25 Aprile l’Anniversario della Liberazione a Melzo

Pubblicato il 26 aprile 2024 • Comune

Alla cerimonia commemorativa, hanno partecipazione le autorità cittadine, le associazioni combattentistiche e d’arma e tutta la cittadinanza che ha aderito con interesse e partecipazione.
Dopo la S. Messa presso la Chiesa SS. Alessandro e Margherita si è formato il corteo che ha seguito un percorso che ha avuto come tappe i luoghi del ricordo: la lapide dei Caduti, la Pietra d'inciampo dedicata a Domenico Virginio Dossi, la lapide del XXV Aprile e davanti al Monumento ai Caduti si è conclusa la cerimonia con il discorso istituzionale del Sindaco e l’intervento commemorativo a cura dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani.

Si pubblica il discorso istituzionale del Sindaco

"La ricorrenza del 25 Aprile ci trova nuovamente presenti per ricordare, innanzitutto, come ben sappiamo, un periodo tragico della nostra storia, perché rimane associata  alle barbarie  della guerra e, prima ancora, ai lunghi anni in cui le libertà democratiche furono calpestate.

Molti di noi   hanno conosciuto l’oscuro clima di questo periodo solo attraverso i racconti dei familiari e le ricostruzioni cinematografiche.

Proprio per questo, questa data sancisce, ancora oggi, nel nostro immaginario collettivo la fine di un incubo, il momento del sospirato riscatto ed è intesa come il preludio alla riconquista dei diritti fondamentali e l’avvio di una fase che ha assicurato all’Italia un lungo periodo di prosperità e di pace.

Questa occasione ci invita, pertanto, a fare memoria anche di una pagina gloriosa del nostro passato: la Guerra di Liberazione rappresenta la rivincita dei valori democratici sulle violenze  dell’occupazione nazista e il crollo definitivo del fascismo.

È uno spartiacque  nella nostra storia nazionale.

Celebrare questa ricorrenza, rendere omaggio ai caduti, ricordare il loro sacrificio è quindi un modo degno e meritevole per confermare che, ancora oggi, nonostante le difficoltà dell’attuale momento storico, ci riconosciamo in quell’esempio: dobbiamo rinnovare il nostro impegno a preservare un patrimonio che è costato tante  sofferenze  alla nostra Nazione.

La ragione per cui, a differenza di altri eventi della storia italiana, il 25 Aprile non scolora credo sia da ricercare proprio nella sua attualità, nel fatto che conserva un valore  fondamentale, allora come oggi.

È questa una data che ci esorta ad essere vigilanti, ad evitare l’errore di considerare certe conquiste come definite ed intangibili, a riconoscerci nel metodo democratico.

Un richiamo quanto mai opportuno anche nel presente, perché nei momenti di crisi è sempre forte la tentazione di far prevalere l’istinto sulla ragione, dimenticando, ad esempio, che, sia pure con le loro carenze, le istituzioni democratiche rimangono presidi ed esercizi  insostituibili di libertà.

Le lezioni della storia non vanno mai dimenticate specie quando dimostrano che certe scorciatoie e certe derive, all’apparenza seducenti, alla fine si pagano a caro prezzo.

Ed allora, mantenere l’attenzione, vigilare costantemente affinché le esigenze di riforma degli assetti – pur necessarie – non sacrifichino o non riducano la sovranità dei cittadini, il loro diritto di esprimersi sulle scelte che li riguardano come componenti attive della comunità nazionale, è anche un modo per riaffermare una continuità di intenti con quel passato, per renderlo attuale.

Perché il ricordo di quella stagione drammatica della nostra storia, in cui molti italiani, indipendentemente dalle appartenenze politiche, culturali e religiose, risposero, in nome della libertà, alla loro coscienza per contrastare la violenza e la dittatura, potrà continuare a vivere soltanto se, nell’avvicendarsi delle generazioni, non verrà meno questa consapevolezza e l’impegno di ciascuno a testimoniarla con la propria vita.

Resistere fu anzitutto un’assunzione di responsabilità personale, spesso pagata con la vita,  una scelta rischiosa fatta come atto di amore per la Patria, per la propria comunità, un regalo alle generazioni che sarebbero venute dopo.

Questo è il lascito più vitale della Resistenza.

Ed è per questo che quel patrimonio di ideali, di valori e di sacrifici ha continuato a parlarci così a lungo e ci sostiene, ancora oggi, nell’attualità del presente.

Permettetemi anche  un riferimento ai tempi odierni in cui davanti alla minaccia dell’espansione delle guerre nel mondo ci sentiamo più  che mai interpellati alla responsabilità di lavorare con più coraggio e tenacia per la pace  e ognuno, a partire dalle diplomazie preposte deve sentirsi impegnato per tale contesto.

Ai  nostri giovani mi sento di dire che il ricordo, la consapevolezza del dolore, delle fatiche e delle difficoltà di quei tempi bui ieri come oggi, ci tengono uniti.

Ci fanno riconoscere nel nostro comune destino, diventando cemento per la nostra comunità sociale.

Viva il 25 aprile, Viva la Repubblica, Viva l’Italia!"

  Antonio Fusè Sindaco